Nata nel 2017 come network pallet, Astre Plus in questi sette anni è cresciuta, tanto da aver sentito la necessità di trasformarsi da Consorzio in una srl. Un percorso costante di accrescimento del proprio parterre.
Ne parliamo con Davide Napolitano, attuale Amministratore delegato della società.
A cosa è dovuto il successo di Astre Plus?
«In particolare direi alla logica di selezione alla base. Per essere affiliati o soci bisogna rispettare determinati requisiti. Noi li chiamiamo requisiti astriani. Le aziende che entrano a far parte della nostra famiglia devono essere solide, non “chiacchierate”, eticamente e commercialmente affidabili. Oggi abbiamo una rete invidiabile sia per numeri che per fatturato. Ne fanno parte aziende che hanno molti anni di storia. Ad esempio Curcio Trasporti ne ha compiuto 50…ma non è l’unica. C’è chi la oltrepassa»
Come definirebbe il network che avete creato? E cosa è cambiato in questi sette anni?
«Ne parliamo spesso come di uno strumento perché è nel Dna della nostra azienda che sin da quando è nata si è ispirata ad una idea mutualistica, qualcosa che fosse utile a tutti. Affiliati e soci hanno gli stessi diritti e doveri: creare valori da condividere poi con tutti. La crescita è sicuramente un obiettivo importante ma non è l’unico per Astre Plus. I soci, così come gli affiliati, sono legati da un contratto di franchising. Del resto seppur esteticamente sembriamo un Network noi ragioniamo in maniera diversa da altri network, il nostro core business è l’FTL, ovvero da 4 a 12 bancali».
Un esempio?
«Guardiamo anche al distributore, all’intera catena. Tanto che il tasso di turn over degli affiliati è pari a zero. E questo ci ha consentito anche nel 2024 una sia pur lieve crescita confermando i numeri positivi del 2023».
Non sembra poco vista la situazione attuale… Come ci siete riusciti?
«Da settembre non siamo più un consorzio ma una società a responsabilità limitata e nel nostro Cda, di cui sono l’Ad, ci sono tutti titolari di aziende. Quindi siamo molto operativi. Quando ci riuniamo l’obiettivo è trovare soluzioni e strade. Così abbiamo aumentato gli affiliati e siamo riusciti a far fronte alla situazione economica che non è affatto rosea».
Quali sono le tratte più “gettonate” di questo 2024 ormai alla fine?
«Oggi operiamo al 95% in Italia. Soprattutto dagli stabilimenti di produzione del Nord, per la maggior parte Lombardia e Veneto, verso la distribuzione al Sud, sia per la Gdo che per l’industria. Ma siamo al centro dell’Europa. Una posizione invidiabile. Per questo tra i nostri obiettivi del prossimo anno c’è quello di potenziare il network pallet grazie alla rete astriana, soprattutto verso i soci francesi e tedeschi».
Qualche altra anticipazione per il prossimo anno?
«Abbiamo in programma molte novità. Sia in termini di un aumento delle risorse umane che di miglioramento del software. Una serie di attività che riteniamo strategiche per essere sempre più efficienti e competitivi».
Se dovesse riassumere la “cifra” che vi distingue?
«Sicuramente è lo spirito collaborativo, la connessione che vige tra di noi, e la trasparenza. Ogni imperfezione viene così attutita e gestita in maniera da limitarne o eliminarne le possibili conseguenze negative. Insomma siamo e ci sentiamo davvero tutti sulla stessa barca».